I lavoratori agricoli sono il perno di uno dei più grandi settori economici dell’Unione Europea, il settore agroalimentare.

Attualmente, ci sono 11 milioni di aziende agricole nell’UE, che forniscono lavoro a 44 milioni di persone.

Per garantire la competitività e la sostenibilità di questo settore chiave, l’Europa ha implementato la Politica Agricola Comune (“PAC”) già negli anni sessanta.

La PAC, con l’introduzione del sostegno al reddito, l’attuazione di misure di mercato e la creazione di programmi di sviluppo rurali, mirava ad aumentare la produttività agricola, promuovere lo sviluppo tecnico, stabilizzare i mercati e assicurare infine la una maggior disponibilità di derrate alimentari.

Con il tempo però la grande distribuzione è profondamente cambiata imponendo condizioni sempre più gravose a carico degli agricoltori mettendo in pericolo gli obbiettivi della PAC a fronte di uno standard di vita per la comunità agricola inidoneo a garantirne la sopravvivenza.

È ormai chiaro che esiste un persistente squilibrio di potere contrattuale tra gli operatori della grande distribuzione che costringe gli agricoltori ad accettare pratiche commerciali sleali (UTP) applicate da operatori in posizione di forza.

Gli UTP più comuni sono:

·         pagamenti in ritardo per prodotti alimentari deperibili;

·         cancellazioni di ordini all’ultimo minuto;

·         modifiche unilaterali o retroattive ai contratti;

·         clausole di responsabilità eccessive in materia di sprechi alimentari;

·         obbligo per i fornitori di pagare i costi di promozione e marketing;

Per rafforzare la posizione degli agricoltori, nel gennaio 2016 l’Unione Europea ha istituito la task force sui mercati agricoli (AMTF), che ha proposto diverse misure concrete per contrastare le pratiche scorrette denominate UPT.

Il 12 aprile 2018, basandosi sui risultati dell’AMTF, è stata elaborata la “proposta di direttiva della Commissione sulle pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra imprese lungo la filiera alimentare”.

La proposta più incisiva riguarda l’ipotesi obbligare gli Stati Membri ad istituire nel proprio territorio un’autorità competente per far rispettare le norme armonizzate dell’UE contro gli UTP relative ai prodotti agricoli con un sistema normativo azionabile in tutto il territorio dell’Unione.

La legislazione, che intende proteggere prioritariamente le piccole e medie imprese, mira ad aumentare l’efficacia ed il potere contrattuale degli operatori minori della catena di approvvigionamento, creando un impatto sociale ed economico positivo sull’intera società.

L’iter è ancora in fase preliminare ma si tratta di un primo vero e concreto passo verso una maggior tutela di un comparto, quello agricolo, che non è ancora sufficientemente protetto.

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