Nel mondo contemporaneo i bulli non si incontrano solo a scuola, nelle palestre o in altri luoghi pubblici.

Il progresso tecnologico e l’uso massivo di Internet hanno permesso ai bulli di entrare efficacemente nell’ampio mondo di social media. Un luogo in cui sono capaci di trovare e colpire le loro vittime 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Tra le tante attività ascrivibili al Cyber bullismo possiamo annoverare:

·         Scrivere commenti crudeli e infamanti;

·         Caricare foto o video poco lusinghieri e ridicolizzanti;

·         Creare gruppi online di bashing (pettegolezzo violento);

·         Creazione di profili utente falsi che permettano una discreta anonimità;

Tutte queste attività causano gravi danni psicologici alla persona presa di mira la quale può essere indotta alle estreme conseguenze del suicidio.

Tuttavia sia la tecnologia che la legge fornirniscono oggi validi strumenti di contrasto a queste attività vigliacche e dannose.

In Italia, la legge 29 maggio 2017, n 71 “legge anti-cyber bullismo”, è stata approvata con una maggioranza straordinaria, all’unanimità con una sola astensione, con lo scopo prioritario di proteggere gli adolescenti da questo pericoloso fenomeno.

Oltre a fornirne una definizione già indicata nella precedente news, la legge stabilisce che le scuole educhino i propri alunni e insegnanti al pericolo insito nel Cyber bullismo sensibilizzando ad un uso cosciente di internet e degli strumenti digitali.

Tale norma rende illegale calunniare, offendere, minacciare o rubare l’identità di un minore e inoltre fornisce strumenti utili per le vittime e i loro genitori i quali possono richiedere al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media di oscurare i contenuti offensivi entro 48 ore.

I legislatori hanno dedicato la legge a Carolina Picchio, vittima del cyber bullismo che sfortunatamente ha commesso suicidio nel 2013. Questa tragedia dimostra la gravità di tali crimini digitali e la necessità di un tempestivo aiuto psicologico e legale per le vittime.

Tanti adolescenti hanno paura di parlare del bullismo, temendo che ciò provocherebbe solo più violenza contro di loro peggiorando la situazione.

È importante incoraggiare la comunicazione aperta e istruire gli adolescenti su come rispondere.

Una volta che siamo a conoscenza di un reato, è essenziale documentarlo, non basta affidarsi al proprio buon senso. E’ di sicuro aiuto il supporto di chi sia in grado di fornire consulenza su come raccogliere prove che reggano la prova dei tribunali.

La tempestiva assistenza psicologica e legale può aiutare la vittima a uscire da una terrificante e pericolosissima pressione.

® Euroleges.